Relazione Pakistan Gianvanni Maffei

RELAZIONE SUL TREKKING

BALTORO E CAMPO BASE DEL K2

PARTECIPANTI

1

GIANVANNI RICCARDO

2

MAFFEI BIANCA MARIA

PERIODO DI SVOLGIMENTO:

Dal 08/08/2010 al 28/08/2010

 

PROGETTO:

Valutare le difficoltà del trekking in questione, nell'ottica di un suo possibile svolgimento a livello dell'associazione di Viareggio nel corso dei prossimi anni. Valutazione delle condizioni dei posti tappa, anche in considerazione della spedizione di pulizia in atto nel Baltoro

Indice generale

1 Organizzazione del trekking 1

1.1 Richiesta visti 2

1.2 Vaccinazioni 2

2 Programma del trekking 2

3 Mezzi di trasporto 3

3.1 Viaggio internazionale 3

3.2 Spostamenti interni in Pakistan 3

3.2.1 Spostamenti tra Islamabad e Skardu 3

3.2.2 Spostamenti tra Skardu e Askole 4

4 Condizioni incontrate in Pakistan 5

5 Comunicazioni con l'Italia 6

6 Il trekking 6

6.1 1° giorno 7

6.2 2° giorno 8

6.3 3° giorno 8

6.4 4° giorno 9

6.5 5° giorno 11

6.6 I campi 11

6.6.1 Chango 12

6.6.2 Jhola 12

6.6.3 Paiju 13

6.6.4 Urdukas 14

6.6.5 Gore 2 15

6.6.6 Concordia 15

6.7 I portatori 16

6.8 Il cibo 18

7 Raccomandazioni 19

8 Conclusioni finali 19

 

Organizzazione del trekking

Il trekking sul Baltoro è stato la nostra prima esperienza in viaggio di questo tipo. Per tale motivo ci siamo affidati totalmente ad una agenzia di viaggi, la Guide Alpine Star Mountain. Il pacchetto iniziale considerava un gruppo minimo di 8 partecipanti accompagnati da una guida italiana. Riscontrata l'impossibilità di formare tale gruppo, abbiamo deciso di farci organizzare un viaggio per due persone. Tale decisione ha comportato l'aumento del costo del pacchetto e l'utilizzo di guide pakistane (con cui parlare in inglese).

La parte burocratica e organizzativa in Pakistan (documentazione per la richiesta dei visti, permessi di trekking, spostamenti interni in Pakistan e l'arruolamento guida, portatori e cuoco) è stata invece curata dalla Hunza Guides su mandato della Star Mountain.

L'organizzazione del viaggio non ha comportato problemi, anche grazie all'esperienza delle agenzie utilizzate. Alcuni problemi si sono manifestati durante lo svolgimento del viaggio, in particolare con la guida e nell'organizzazione del viaggio tra Skardu e Islamabad.

Richiesta visti

In Italia è possibile richiedere il visto presso l'ambasciata di Roma o il consolato di Milano. È necessario presentare le domande e andare a ritirare il passaporto di persona. La spesa è di 32 €.

Vaccinazioni

Per i viaggi in Pakistan non sono obbligatorie vaccinazioni.

I rischi maggiori sono correlati al cibo e all'acqua (è praticamente obbligatorio bere sempre da bottiglie sigillate e durante il trekking acqua bollita) e alla malaria, endemica al di sotto dei 2000 m. Chi volesse intraprendere questo tipo di viaggio può avere tutte le informazioni presso gli ambulatori della medicina dei viaggiatori. Nel nostro caso dato il limitato tempo di esposizione al rischio (in tutto 3-4 giorni) ci hanno sconsigliato la profilassi antimalarica, e allo stesso tempo ci hanno informato su come scongiurare il rischio di punture (trattamenti repellenti per vestiti, ect.). Vaccinazioni per tetano, tifo e colera sono raccomandabili ma non evitano tutti i rischi.

Programma del trekking

Il programma ufficiale del trekking era:

GIORNO

DESCRIZIONE

TIPOLOGIA

1

Partenza dall'Italia destinazione Islamabad

in volo

2

Trasferimento verso Chilas

in macchina

3

Trasferimento verso Skardu

in macchina

4

Trasferimento verso Askole

in macchina

5

Trekking verso Jhola

trekking

6

Trekking verso Paiju

trekking

7

Trekking verso Urdukas

trekking

8

Trekking verso Gore2

trekking

9

Trekking verso Concordia

trekking

10

Escursione campo base K2 e ritorno a Concordia

trekking

11

Trekking verso Urdukas

trekking

12

Trekking verso Paiju

trekking

13

Trekking verso Jhola

trekking

14

Trekking verso Askole

trekking

15

Trasferimento verso Skardu

in macchina

16

Trasferimento verso Islamabad

in volo

17

Giorno ad Islamabad

 

18

Arrivo in Italia

in volo



Dalla lettura del programma è evidente come i giorni di trekking siano pochi rispetto al totale (poco più della metà), ciò a causa dei tempi tecnici ad Islamabad e di quelli di trasporto. Basta pensare che per percorrere i circa 700 Km tra Islamabad a Skardu sono necessari, senza contrattempi, circa 2 giorni di viaggio in macchina.

Il nostro viaggio si è discostato dal programmato nei seguenti punti:

  1. il trasferimento da Islamabad a Skardu è avvenuto per via aerea all'andata e terrestre al ritorno

  2. abbiamo dovuto fare un giorno di riposo a Paiju, durante la salita, a causa di problemi di salute. Ciò ci ha impedito il raggiungimento del campo base.

Mezzi di trasporto

Pensare che in un viaggio di questo tipo la fase logisticamente più complicata sia quella del trekking è sicuramente un errore. Le condizioni incontrate in Pakistan (vedasi il relativo paragrafo) hanno molto complicato gli spostamenti interni creando a volte situazioni di tensione.

Viaggio internazionale

Sicuramente la fase più semplice, esistono diverse compagnie che garantiscono voli per Islamabad con scali intermedi ad esempio ad Istanbul o Abu Dhabi. Nel nostro caso abbiamo utilizzato la Etihad rimanendo sicuramente soddisfatti (voli in orario, buon servizio a bordo e con aeroplani nuovi). Inoltre abbiamo avuto la fortuna di trovare sempre al nostro arrivo i bagagli (altri trekkers incontrati sul Baltoro non sono stati altrettanto fortunati).

Spostamenti interni in Pakistan

Spostamenti tra Islamabad e Skardu

Sostanzialmente esistono solo due alternative

  • volo aereo: soggetto a frequenti cancellazioni causa le condizioni meteo (l'atterraggio a Skardu viene effettuato a vista e richiede virate eseguite tra i monti) e ritardi ma che consente una spettacolare vista sul Nanga Parbat. Voli gestiti dalla PIA, compagnia di stato Pakistana (Pakistan International Airlines)

  • viaggio via terra attraverso la KKH (Karakorum Highway) o una nuova strada che collega Cilas con la capitale attraverso un passo di oltre 4000 m

Nel nostro caso il viaggio da Islamabad a Skardu è stato effettuato in aereo data l'inagibilità delle alternative terrestri. Fortunatamente siamo riusciti a volare al primo tentativo con sole 2 ore di ritardo (non è ironia visto i racconti degli altri trekker e l'esperienza del ritorno).

Il viaggio di ritorno invece si è svolto su strada dopo la cancellazione, consecutivamente per 2 giorni, dei voli (anche di quello organizzato per i soli turisti stranieri). Differentemente dal viaggio aereo di appena 40 minuti, quello in macchina richiede circa 2 giorni. Le famose strade pakistane si sono rilevate delle sterrate più o meno agevoli con guadi e tratti di fango dove è stato necessario a volte scendere e spingere il mezzo. È fortemente consigliabile assicurarsi di viaggiare su una jeep; nel nostro caso ci hanno messo a disposizione un pulmino 4x4 che ha rivelato tutti i limiti su tali terreni.

Spostamenti tra Skardu e Askole

Sicuramente la parte più avventurosa di tutta la permanenza in Pakistan. Si tratta di un viaggio di circa 7 ore, da compiersi in jeep su sterrata larga quanto il mezzo, a picco su fiumi in piena (in successione l'Indo, lo Shigar e il Braldu), ponti sospesi e guadi che per occhi inesperti come i nostri non erano percorribili.

L
a strada di collegamento tra Skardu e Askole, durante il nostro viaggio, risultava interrotta in due punti. Il primo, a circa 1 ora da Askole, lo abbiamo aggirato a piedi con conseguente cambio di jeep, mentre a causa del secondo ci siamo accampati a circa 4 Km da Askole.

Può succedere, in questi viaggi, di utilizzare mezzi caricati all'inverosimile ed è normale fare salire (o meglio si aggrappano all'esterno) persone lungo il percorso. All'andata abbiamo utilizzato una jeep di piccole dimensioni atta al trasporto nostro, della guida, dell'aiutante guida e dell'autista; al ritorno, a causa di ritardi delle jeep prenotate, abbiamo utilizzato una jeep da carico su cui hanno trovato posto sul cassone posteriore: tutta l'attrezzatura della spedizione, 12 tra portatori, guida e cuoco.

 

 

 

 

 

 

 

 

Illustrazione 1: tratti Illustrazione 2: jeep durante il viaggio di ritorno   della strada

 

In questi spostamenti non è  raro avere problemi con i mezzi di trasporto: forature, malfunzionamento del motore o dei freni sono la norma ed in quanto tali vengono affrontati con una certa calma dalla guida, ma in genere un mezzo in sostituzione viene trovato abbastanza rapidamente. Si ha la sensazione che per non scontentare il “ricco” turista straniero si ignorino a volte le esigenze dei locali.

 

 

Illustrazione 3: jeep in avaria




Condizioni incontrate in Pakistan

Il Pakistan sta vivendo uno dei periodi peggiori della sua storia. La maggior parte del territorio è a rischio attentati; le regioni orientali sono precluse agli stranieri, lo stesso dicasi per le città di Rawalpindi (confinante con la capitale Islamabad) e Lahore (una delle città più belle). La stessa capitale vive in stato di assedio, ad ogni incrocio sono presenti poliziotti o uomini dell'esercito armati e di notte le strade sono piene di posti di blocco. Gli hotel, ma vale anche per molte case private, hanno guardie armate ed è praticamente vietato uscire senza un accompagnatore.

 

 

L'effetto finale è quello di incoraggiare il turista ad andarsene il prima possibile o per lo meno a spostarsi nelle province settentrionali dove l'atmosfera è totalmente differente. Nella capitale del Baltistan, Skardu, porta di ingresso per il Karakorum e sede dall'aeroporto, l'atmosfera è molto più rilassata anche se sono sempre presenti dei posti di controllo militari (li incontreremo anche sul Baltoro). Gli stranieri possono tranquillamente aggirarsi per il bazar e la maggior parte delle persone parlano o per lo meno riescono a farsi capire in inglese. Potrà sembrare strano ma il grado di alfabetizzazione è molto più alto in queste regioni che non nella capitale.

Una precisazione per quanto riguarda le donne, non è obbligatorio coprirsi la testa ma è per lo meno opportuno non indossare vestiti aderenti e coprire braccia e gambe. Anche con questi accorgimenti saranno fonte di curiosità, a tratti insistente, in particolare nella capitale.

Ad aggravare la situazione già tesa, quest'anno sono sopraggiunti monsoni di intensità superiore al normale che hanno comportato alluvioni molto violente con migliaia di morti oltre all'interruzione delle strade che collegano la capitale con il nord.

Infine, per rassicurare maggiormente i familiari, pochi giorni prima di partire un aereo è precipitato ad Islamabad.

Ma allora perché andare proprio in Pakistan? La domanda ce la siamo posta più volte, ma la risposta è la stessa venuta in mente a tanti altri nella storia, semplicemente perché il K2 è là.

Prima di partire è opportuno informarsi attraverso l'agenzia di viaggio ed il consolato sulla situazione. Nel nostro caso l'agenzia ci ha mantenuto informati sulla situazione locale e ci ha garantito il normale svolgimento del viaggio. Cosa che effettivamente, escluso piccoli problemi stradali, è avvenuta.

Ricordatevi inoltre di registrare il viaggio sul sito www.viaggiaresicuri.it

Comunicazioni con l'Italia

Comunicare dal Pakistan, almeno nelle zone da noi visitate, verso l'Italia è estremamente semplice. Ad Islamadab e Skardu è possibile parlare con l'Italia con il cellulare (almeno con Vodafone) ma per tutta la durata del trekking l'unico mezzo di comunicazione è il telefono satellitare che la guida dovrebbe avere in dotazione. Quindi è importante preparare chi resta a casa ad un silenzio di almeno 12-13 giorni. Per chi non volesse usare il telefono a Skardu e penso anche Islamabad, sono estremamente comuni gli internet caffè con prezzi più che ragionevoli (100 rupie/ora meno di 1€/ora).

Il trekking

Tre cose colpiscono una persona che affronti per la prima volta un trekking di questo tipo:

  1. Per 2 escursionisti sono stati necessari: 1 guida, il suo aiutante, un cuoco, il suo aiutante e 15 portatori (calati a 12 dopo 2 giorni). Ti sembra di vivere in una spedizione di cui trovi la descrizione in tanti libri. Il numero di portatori impiegato garantisce all'escursionista alcuni agi, come ad esempio delle sedie......

  2. All'arrivo al primo campo abbiamo visto 4 tende: la nostra, quella della guida, la tenda mensa e quella cucina (in cui dormono il cuoco e il suo aiuto). Ma allora dove dormono i portatori? Semplice, sotto dei teli trasparenti di plastica, stesi su tappeti e con una coperta leggera. Tutto bene se pensate ai campi a bassa quota, ma pensate ai campi sul Baltoro dove l'unica protezione dal vento è costruire muretti con i sassi ed il freddo del ghiacciaio lo senti anche attraverso un tappetino autogonfiante da 2,5 cm.

  3. L'odore di cherosene. Questo combustibile è utilizzato nelle cucine di tutte le spedizioni, cucine che funzionano anche lontani dai pasti per bollire l'acqua.

1° giorno

 

 

Illustrazione 4: tappa Chango-Jhola


Lunghezza: 24 Km

Durata: 7 ore

Fondo: sabbioso e sassoso. Spesso nel letto del fiume con numerosi guadi

Campo di partenza: Chango (2850 m)

Campo di arrivo: Jhola (3250 m)

Descrizione: In genere questa tappa inizia da Askole ma come descritto precedentemente, l'inagibilità della strada, ci ha costretto ad accamparci a circa 4 Km da questo paese. L'itinerario, lungo e faticoso, si svolge lungo la riva destra del fiume Braldu senza particolari difficoltà. Particolarmente faticoso il tratto di attraversamento della morena del ghiacciaio Biafo prima dell'arrivo all'oasi di Korophon dove normalmente avviene la sosta pranzo.

2° giorno

 

 

 

Illustrazione 5: tappa Jhola-Paiju


Lunghezza: 20 Km

Durata: 7 ore

Fondo: sabbioso e sassoso. Spesso nel letto del fiume con numerosi guadi

Campo di partenza: Jhola (3250 m)

Campo di arrivo: Paiju (3750 m)

Descrizione: Ultima tappa prima dell'inizio del ghiacciaio Baltoro ben visibile da Paiju. Di caratteristiche simili alla tappa precedente ma con alcuni passaggi più complicati ma fortemente dipendenti dalla condizioni del fiume (livello). La sosta pranzo avviene normalmente nell'oasi di Bardumal.

3° giorno

 

 

 

L

Illustrazione 6: tappa Paiju-Urdukas

unghezza: 17,5 Km

Durata: 7 ÷ 8 ore

Fondo: sabbioso e sassoso tra Paiju e l'inizio del Baltoro poi morena con brevi tratti di ghiaccio scoperto. Non è necessaria l'attrezzatura da ghiaccio.

Campo di partenza: Paiju (3750 m)

Campo di arrivo: Urdukas (4200 m)

Descrizione: Non è la tappa più lunga del trekking ma è sicuramente la più faticosa. Si svolge principalmente sulla morena del Baltoro. Il primo tratto, in assoluto il più faticoso, attraversa la morena alternando continuamente tratti di salita e discesa su terreno a volte non banale (le condizioni del sentiero mutano in pochissimo tempo). Possibilità di sosta nei campi di Khobursay e Liligo che si trovano al di fuori del ghiacciaio. Attenzione durante l'attraversamento dei ghiacciai laterali, si possono incontrare tratti di ghiaccio scoperto e inghiottitoi.La tappa termina al campo di Urdukas raggiungibile con un breve tratto di salita.

Dal campo splendida vista sul massiccio delle Torri di Trango.

 

Illustrazione 7: Vista da Urdukas, torre di Trango




4° giorno

 

Illustrazione 8: tappa Urdukas-Gore 2




Lunghezza: 12 Km

Durata: 5,5 ore

Fondo: morena con brevi tratti di ghiaccio scoperto. Non è necessaria l'attrezzatura da ghiaccio.

Campo di partenza: Urdukas (4200 m)

Campo di arrivo: Gore2 (4500 m)

Descrizione: Più corta della precedente ma l'effetto della quota inizia ad essere ben percepibile. Ridiscesi sul ghiacciaio lo si attraversa fino a circa la metà per poi risalirlo facendo attenzione a non perdere la traccia. Attenzione nel primo tratto a causa della presenza di crepacci poco profondi. Possibilità di sosta al campo di Gore1.

Da Gore1 fino a Gore2 è possibile osservare verso sud il Masherbrum e verso nord la torre Mutzagh. Da Gore2 splendida vista sul Gasherbrum IV.

 

 

Illustrazione 9: a sinistra il Masherbrum e a destra la Torre Mutzagh

 

 

 

 

 





5° giorno

L

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Illustrazione 10: tappa Gore 2-Concordia

unghezza: 11 Km

Durata: 4 ore

Fondo: morena con brevi tratti di ghiaccio scoperto. Non è necessaria l'attrezzatura da ghiaccio.

                                                   Campo di partenza: Gore 2 (4500 m)

                                                   Campo di arrivo: Concordia (4600 m)

 

 

 

 

 

 

Descrizione: Tappa sicuramente meno faticosa delle precedenti nonostante la quota. Si svolge quasi interamente con leggeri sali e scendi in un ambiente sempre più selvaggio. Salendo la vista si allarga sempre di più fino all'arrivo a Circo Concordia.

I campi

Nel corso degli ultimi anni, lungo l'itinerario, al fine di garantire una migliore sistemazione degli escursionisti, sono stati organizzati una serie di campi di cui di segue una breve descrizione. Oltre a questi esistono altre zone di sosta, sostanzialmente piccole zone pianeggianti in cui è possibile trovare acqua (torrenti). In questa categoria rientrano Korophon, Bardumal, Khobursay, Liligo e Gore1. Questi campi sono generalmente usati per fare soste brevi, come ad esempio la sosta pranzo, ma possono essere utilizzati per suddividere le tappe in modo alternativo. È importante evidenziare che in questi campi non esistono servizi igenici come in tutti gli altri escluso il campo di Gore2.

 

 

 

 

 

R

Illustrazione 11: Oasi di Khorophon

isulta utile dire che normalmente, ma non a fine stagione come nel nostro caso, è possibile acquistare nei campi bottiglie di acqua ma anche Coca Cola e altre bibite a prezzi accessibili. Vi potrà sembrare strano, ma dopo 11 giorni di tè verde e acqua di scioglimento bollita, avremmo pagato cifre assurde solo per dell'acqua minerale.

Chango

In realtà Chango non è altro che una zona boscosa a circa 4 Km da Askole sulla riva destra del fiume Braldu. La zona campeggio ufficiale è posta nel paese, ultimo luogo in cui poter comprare rifornimenti, e nel nostro caso una capra viva da macellare a Paiju.

 

 

 

 Illustrazione 12: campo di Chango




Jhola

Posizionato lungo la sponda sinistra del fiume Dumordo il campo di Jhola è dotato di bagni, costruzioni in vetro resina grigie (presenti anche a Paiju e Urdukas), non belli ma sicuramente utili. Pur essendo ricavato in una zona pianeggiante, il campo non risulta comodo a causa della totale assenza di ripari.

L'arrivo a Jhola provenendo da Askole è ingannevole. Il campo è visibile circa 1 ora prima di raggiungerlo in quanto per attraversare il fiume Dumordo è necessario raggiungere un ponte posizionato decisamente più a monte.

 

Illustrazione 13: campo di Jhole, visto dalla riva opposta del fiume Dumordo.

 

Paiju

È l'ultimo campo prima di salire sul ghiacciaio del Baltoro. È ricavata su terrazzi in una zona boscosa sulla sponda destra del fiume Braldu in vista del fronte del ghiacciaio del Baltoro. Risulta essere il campo più accogliente in quanto presenta:

  • fondo dei terrazzamenti pianeggiante ed in terra

  • temperatura fresca e riparo dal sole. Durante la salita il tempo incerto ci ha protetto dal sole ma durante il ritorno, avremmo pagato per qualche nube. Per tutto il trekking è praticamente impossibile trovare ripari, la temperatura all'interno delle tende colpite dal sole diventa infernale. Per questo motivo l'oasi di Paiju risulta sicuramente la più accogliente

 

Illustrazione 14: vista della zona centrale del campo di Paiju




Urdukas

Il campo è posizionato in posizione estremamente panoramica su alcuni terrazzamenti sul versante sinistro della valle del ghiacciaio Baltoro. La particolarità di essere su terra, pur essendo posizionato a quote non molto inferiori a quelle de campi successivi, lo rendono molto più caldo dei campi successivi posti sul ghiacciaio. Come per i campi precedenti anche ad Urdukas sono stati posizionati bagni e lavandini garantendo migliori condizioni ai trekkers.


Illustrazione 15: campo di Urdukas, vista dall'inizio della salita finale




Gore 2

Il campo di Gore2, molto simile a Gore1, sono punti del ghiacciaio, praticamente equidistanti dai fianchi della valle, senza caratteristiche particolari. Non sono dotati di servizi igienici e l'adozione di tende-bagno è raccomandabile. Essendo situati sul ghiacciaio sono campi molto più freddi rispetto ai precedenti per cui è raccomandabile l'adozione di sacchi a pelo da bassa temperatura e tappetini ben isolanti (necessari anche a causa del fondo sassoso particolarmente scomodo).

 

Illustrazione 16: campo di Gore 2




Concordia

Posizionato in pratica al centro del circo Concordia, questo campo presenta caratteristiche simili a Gore2 con la differenza di essere dotato di servizi igenici. L'adozione di bagni su palafitte, che consentono di raccogliere gli escrementi in bidoni, ha consentito di risolvere problemi igenici che si erano venuti a creare all'aumentare dei trekkers. In giornate di bel tempo la vista spazia su un panorama di un fascino incredibile, dai 2 ottomila visibili: K2 e Broad Peak, a tutta una serie di settemila metri come il Gasherbrum IV (ai cui piedi è posizionato il campo) e il Chogolisa solo per nominarne alcuni.

 

Illustrazione 17: a sinistra Concordia vista all'arrivo da Gore 2. A destra la vista opposta




Al campo di Concordia abbiano trovato le uniche tracce della Keep K2 and Baltoro clean expedition ormai al termine: due tende, dove era esposto un campionario della spazzatura raccolta, e gli ultimi operatori che stavano lasciando i campi in quota. Lo scopo di questa spedizione era ripulire il Baltoro ed il K2 dalla spazzatura lasciata dalle spedizioni alpinistiche ed escursionistiche. Per quanto abbiamo visto i risultati sono incoraggianti ed in particolare nei campi non abbiamo visto spazzatura abbandonata.

 

Illustrazione 18: campionario della spazzatura raccolta

 

I portatori

Nella valle del Baltoro esistono tre mezzi per spostare carichi:

  • animali da soma: cavalli, muli e asini. Sono usati normalmente dalle spedizioni più ricche o dai militari per portare i rifornimenti ai loro campi. In caso di bisogno trasportano indietro persone in difficoltà a causa della quota

  • portatore: è il mezzo più economico in quanto un animale da soma porta il carico di 3 portatori ma costa più di loro.

  • Elicottero: è chiaramente il più caro (attenzione il soccorso con l'elicottero si paga caro, circa 6000$) e può non essere disponibile (assenza di mezzo o maltempo).

Si capisce quindi come mai i portatori siano l'anima del flusso di persone che percorre il Baltoro e perciò è significativo analizzarli meglio.

Uomini in genere molto giovani, bassi (non più di 1,6 m) di aspetto gracile, vestiti alla pakistana (con il tipico camicione) ma se ne trovano molti con vestiti per lo meno improbabili come calzamaglia a righe bianche e nere orizzontali. Ai piedi possono avere: sandali, stivali di plastica o scarpe tenute insieme dal nastro adesivo o scarpe di plastica simili a quelle che usiamo per andare sugli scogli. I più fortunati nei periodi di riposo utilizzano anche calzini. In genere indossano tutto quello che hanno, escluso un giacchetto pesante riservato per le soste in quota.

 

Illustrazione 19: portatori a riposo presso il campo di Urdukas




Per contratto, i portatori possono trasportare fino a 25 Kg di carico più il loro materiale (normalmente un giacchetto, un tappeto ed una coperta) sistemato generalmente in bidoni legati su porta materiali, in metallo o legno, a forma di L su cui sono attaccati gli spallacci.

Illustrazione 20: Porta materiale




Nonostante tali carichi i portatori dimostrano un'agilità, resistenza e velocità non comune. Percorrono le tappe in meno tempo degli escursionisti in modo tale da preparare il campo prima del loro arrivo e quando ciò non succede vengono rimproverati dalla guida.

In conclusione, senza di loro, trekking di questo genere sarebbero praticamente impossibili. Personalmente posso rimproverare loro una sola cosa, tutti i portatori quando vi incrociano si sentono in dovere di salutare e chiedere come state. Detta così è un segno di buona educazione, ma provate voi a rispondere ad una fila di 20 portatori che vi pone questa domanda mentre state salendo a 4000 m.........

Il cibo

Per molti il vero punto dolente di questa esperienza. Nel tipico pasto pakistano non possono mancare riso e verdure cotte, con queste possono essere serviti piatti di carne come il montone. Sfatiamo un luogo comune, non si mangia solo pollo in Pakistan, anzi è relativamente raro e del tutto assente nel trekking. Tutti i piatti risultano essere piccanti e sono accompagnati da “chapati”, tipo di pane senza lievito a forma di pizza cotto su piastra. I chapati sono serviti anche a colazione, cotti alla piastra o nella variante fritta, da mangiarsi con il miele o marmellata.

Durante il trekking, ma dipende molto dal cuoco, possono essere serviti pasti più europei in quanto molti cuochi nella stagione invernale vengono a lavorare in Europa. Nel nostro caso il cuoco era specializzato in cucina cinese e giapponese per cui, in particolare nella sosta pranzo, serviva delle minestre molto gradite. Nelle cene, in molti casi, ci sono stati proposte pietanze fritte, come patatine, bocconcini di carne fritti nella pastella.

Per ovvi motivi di conservazione la carne durante il trekking è scarsa, oltre a dei wurstel noi abbiamo potuto mangiare solo la carne della capra comprata ad Askole e poi macellata a Paiju. Tutti i pasti sono serviti con l'immancabile tè verde, da bersi zuccherato solo a colazione. Il cuoco ha anche il compito di rifornire gli escursionisti di acqua bollita per l'uso giornaliero. Quest'acqua ha origine dallo scioglimento del ghiaccio per cui è fortemente consigliabile aggiungere sali anche a causa del sapore indefinibile.

In definitiva, nel caso fortunato in cui non si abbiamo problemi con lo stomaco, la dieta proposta non è spiacevole. Certamente il parere è stato mitigato dalla presenza nel bagaglio di un bel pezzo di parmigiano.

Raccomandazioni

Chi fosse intenzionato a intraprendere un viaggio di questo tipo dovrebbe secondo la nostra esperienza:

  • Armarsi di tanta pazienza e di spirito di adattamento. Saranno le differenze culturali ma a volte i rapporti con le persone, in particolare nel nostro caso la guida, possono risultare per lo meno snervanti. Se vi farete vedere fermi nella vostra posizione normalmente saranno loro a cedere ma ricordatevi sempre che loro sono responsabili per la vostra sicurezza. Fate in modo che la vostra vacanza non sia sciupata da piccoli contrattempi.

  • Informare correttamente amici e familiari sulla vostra destinazione eviterete timori e paure. Mentre eravamo in viaggio è precipitato un aereo in Nepal (e non tutti sanno dov'è il Pakistan e dov'è il Nepal) ed un mio omonimo è scomparso in India......

  • Fare attenzione alla mancia. In Pakistan è un dovere dare una mancia per praticamente qualunque cosa. Informatevi con l'organizzazione locale e la guida sulle entità delle mance. Normalmente la guida, il cuoco e l'aiuto cuoco ricevono mance in euro (ci hanno consigliato mance di circa 100€ per i primi due e di 80€ per il terzo) mentre i portatori, autisti ricevono mance in rupie (quindi fate attenzione ad avere abbastanza rupie in viaggio). Per i portatori in particolare le mance consigliate sono risultate a nostro parere molto basse (200 rupie, pari a meno di 2€, per 11 giorni di lavoro) e abbiamo deciso di dare 1000 rupie a testa con loro evidente soddisfazione.

L'importo delle mance varia in funzione del numero di persone accompagnate ed aumenta con quest'ultimo.

  • Fare attenzione all'attrezzatura. In loco, specialmente a Skardu, è possibile acquistare materiale da montagna (nel caso di smarrimento del bagaglio) ma normalmente è materiale usato da altre spedizioni e poi regalato ai portatori. Quindi portatevi il necessario dall'Italia.

  • Prendere in considerazione la possibilità di aggiungere giorni di riposo, consigliabile una sosta ad Urdukas sia in salita che discesa. Ciò al fine di migliorare l'acclimatamento e avere eventuali giorni di recupero.

Per quanto riguarda il cambio della moneta esiste la possibilità di cambiare in moneta locale ad Islamabad (nel nostro caso il servizio, praticamente al pari del valore del cambio, ci è stato fatto direttamente dalla Hunza Guide) ma anche nel terminal di Abu Dhabi. Nel nostro caso cambiare 250€ a testa si è rilevato eccessivo anche perché non abbiamo trovato nei bazar visitati cose significative da comprare come ricordo.

Conclusioni finali

Questo trekking è sicuramente di grande soddisfazione per chi lo affronta, sia per la possibilità di vedere con i propri occhi posti di cui si è sentito favoleggiare sia per il valore storico che hanno per noi italiani. Inoltre questa esperienza permette di entrare in contatto con il mondo degli alpinisti di alta quota. Può infatti capitare di incontrare sia a Skardu che lungo il tragitto le varie spedizioni impegnate sulle diverse cime.

Rispetto al nostro programma suggeriamo di:

  • prevedere un maggior numeri di giorni di trekking in modo tale da programmare giorni di riposo/acclimatamento utili anche per recuperare giorni persi a causa di imprevisti

  • se la condizione fisica lo permette e si hanno abbastanza giorni, di prevedere il ritorno non lungo la via di salita ma attraverso il Gondogoro La, un passo di 5650m, e percorrere la valle del fiume Hushe.

In conclusione, il trekking in questione, in base alla lunghezza del percorso, alla quota di svolgimento ed il tipo di fondo, è adatto ad escursionisti ben allenati. Le dimensioni dei campi, e la loro struttura, risultano adeguate anche a gruppi numerosi.

Lo svolgimento a livello associativo di tale trekking dovrebbe però essere soggetto ad un'attenta valutazione, oltre ai problemi legati al costo di un tale viaggio, è necessaria un'attenta selezione dei partecipanti dal punto di vista della preparazione fisica.



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